Spamming
Approfondimenti tecnici
Per arginare il fenomeno dello spam il primo consiglio da dare è il seguente: l'utente vittima non deve rispondere alle e-mail di spamming ricevute o seguire eventuali procedure descritte all'interno di queste per cancellarsi dalla loro lista. Infatti, eseguendo una di queste operazioni, si conferma allo spammer che il nostro indirizzo di posta elettronica è attivo e che ne viene regolarmente controllato il contenuto. Gli spammer, per reperire indirizzi e-mail, utilizzano vari metodi. Esistono programmi chiamati “spambot” che analizzano, in automatico, i siti Internet alla ricerca dell'indicazione di indirizzi di posta elettronica. Altri programmi, invece, creano in maniera casuale indirizzi e-mail seguendo un criterio alfabetico (a@xxxx.it , aa@xxxx.it, ...) o utilizzando nominativi reperiti sugli elenchi telefonici e combinandoli, casualmente, con il dominio su cui tale indirizzo dovrebbe essere residente ( Es. mariorossi@tin.it, mariorossi@tiscali.it etc.) . Esiste anche uno specifico mercato, che avviene tra gli spammer, relativo agli indirizzi di posta elettronica. In esso, un indirizzo acquista maggior valore se si ha la conferma che è attivo ed utilizzato. In alcuni casi ci può capitare di ricevere e-mail di spamming e di pensare che qualcuno le abbia inviate senza il nostro consenso o senza la nostra autorizzazione. Bisogna però considerare che, in alcuni casi, siamo stati noi a concedere tale autorizzazione, magari compilando un modulo per la partecipazione a qualche concorso o sottoscrivendo un abbonamento. Infatti, l'autorizzazione al trattamento dei dati personali è richiesta ogni volta che si acquisiscono detti dati per il relativo trattamento. Insieme all'autorizzazione, spesso, è richiesta anche quella ad utilizzare i dati per l'invio di comunicazioni pubblicitarie e/o per cedere i suddetti dati ad aziende terze per le stesse finalità. Bisogna, quindi, prestare la massima attenzione quando si sottoscrive un documento o un modulo.