La cooperazione internazionale è stata la chiave per risolvere il caso: Europol ha sostenuto la polizia nazionale italiana raccogliendo le informazioni dai collaterali esteri.
La crisi COVID-19 ha costretto gli esperti del C.N.C.P.O. a coordinare da remoto l’attività degli agenti sul territorio.
L'Operazione Amnésia, condotta dalla polizia delle comunicazioni italiana, ha consentito di identificare e assicurare alla giustizia un italiano di 30 anni, il quale produceva materiale di pornografia minorile abusando sessualmente una bambina di pochi anni. I video sono stati poi diffusi e commercializzati nel dark web.
L’indagine ha preso il via dall’analisi dei filmati che gli investigatori del C.N.C.P.O. hanno rilevato durante un’attività sotto copertura coordinata dalla Procura di Roma.
Il successo dell’operazione ha trovato uno dei suoi punti di forza nella cooperazione internazionale, con il coordinamento di Europol e il contributo dei Paesi che hanno supportato l’investigazione.
L’indagine
L'analisi del video diffuso nel dark web, che mostrava l’indagato, con il volto travisato, che abusava di una bambina di pochi anni, ha portato la Polizia di Stato e gli investigatori del C.N.C.P.O. a geolocalizzarlo in una regione del nord Italia.
Durante l’indagine si è riscontrato che le stesse comunità virtuali di pedofili hanno ritenuto particolarmente crudele il comportamento dell’indagato in quanto l’uomo si serviva di un narcotico per stordire la minore.
L’approfondimento delle tracce investigative estere, unitamente ai riscontri incrociati con informazioni open source, hanno consentito agli agenti sotto copertura del Centro Nazionale di circoscrivere con precisione l’abitazione del 30enne, sottoponendola ad accurata perquisizione con l’ausilio dell’Ufficio territoriale, all’esito della quale sono stati rinvenuti tutti i riscontri agli elementi raccolti sino a quel momento, tra cui la “maschera” che l’abusante indossava e i blister del farmaco utilizzato per narcotizzare la vittima, oltre a migliaia di immagini e video di sfruttamento sessuale di minori. Il soggetto è stato tratto in arresto.
L’inchiesta, svolta durante il periodo della diffusione del COVID-19, ha stimolato ulteriormente la sinergia tra il C.N.C.P.O. e l’Ufficio territoriale della Polizia delle Comunicazioni, i quali, grazie a uno stretto raccordo info operativo, in soli 10 giorni sono riusciti a trarre in arresto il responsabile e mettere in sicurezza la piccola vittima.